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Intervista del Presidente di Asphi a Tecnologia Solidale

Intervista del Presidente della Fondazione Asphi Franco Bernardi a Tecnologia solidale ( 7 ottobre 2019)

La cultura che un’azienda esprime è spesso più importante, ai fini sociali, della beneficenza che elargisce.” F. Bernardi

L’innovazione tecnologica è utile anche alle onlus. Fondazione ASPHI (tecnologie per disabili) applica l’AI a contesti educativi e di inclusione, e usa la gamification per il disability management, che consente alle persone con disabilità di essere trattate come le altre sul lavoro. L’intervista al presidente Bernardi

Come si sta evolvendo la cultura delle aziende, Bernardi?

Direi che rispetto a qualche anno fa c’è più attenzione al tema inclusione. Un colloquio “vivo” con le aziende – quelle che ci seguono da anni e quelle che ci incontrano per la prima volta – continua ad essere uno dei nostri principali obiettivi e strumenti di attività. Ai top manager diciamo che abbiamo bisogno non solo del loro sostegno economico, ma anche della loro energia, capacità di visione, autorevolezza, per realizzare insieme qualcosa di utile ed efficace.

Vi ascoltano? A volte non è così semplice avere un “buon rapporto” tra il mondo profit e non profit.
Penso che occorra insistere per sviluppare questo rapporto. Siamo convinti che possa affermarsi una reale ed efficace collaborazione fra profit e non profit e ci auguriamo di assistere alla crescita del numero di imprenditori davvero illuminati, che guardino anche all’impatto sociale e non solo al profitto a breve.

Si tratta di “allargare il concetto di profitto”, come sostengo da diversi anni, dal tempo del dibattito in aula sulla legge di riforma del terzo settore. Ma secondo lei, quale è il punto di forza principale del terzo settore?

Il non profit ha il vantaggio di conoscere da vicino i bisogni della società e delle persone e può contare anche sulla passione e il lavoro dei volontari, riuscendo così a realizzare soluzioni efficaci e innovative a costi contenuti. Tuttavia va cancellato il pregiudizio per cui il non-profit non costi. Per realizzare progetti innovativi il non profit ha bisogno, come tutte le organizzazioni, di dipendenti con competenze avanzate, che devono essere retribuiti al livello adeguato.

Veniamo ad Asphi. Voi dal 1980 operate nel campo delle tecnologie assistive, che permettono alle persone disabili di superare le loro difficoltà e di poter essere attive nel mondo del lavoro al pari di tutti gli altri.

Per la verità noi di Asphi non ci occupiamo più “solo” di questo. Di continuo ci impegniamo in nuovi progetti: per esempio, negli ultimi diciotto mesi ci siamo cimentati nel campo dell’intelligenza artificiale applicata a contesti educativi e di inclusione, abbiamo approfondito la diffusione della cultura del disability management e il tema della fragilità nell’età anziana. A tal proposito abbiamo sviluppato un portale di informazioni e servizi, “ABC care – prendersi cura della persona anziana”, da proporre alle aziende perché lo inseriscano nella loro offerta di welfare ai dipendenti. Offriamo alle aziende la possibilità di formare i loro volontari perché incoraggino e assistano i centri per disabili adulti e anziani nell’uso efficace dell’ICT.

Lavoratori e anziani. Allora oramai vi manca solamente di sviluppare iniziative a favore dei giovani.

Ci siamo anche lì! Abbiamo svolto incontri di sensibilizzazione in ambito educativo per esempio alla Summer School di Milano, in collaborazione con IBM, per sensibilizzare gli studenti di scuola superiore  sulla tecnologia inclusiva con la metodologia del design thinking. Altro nostro progetto molto importante è “Per Contare”, progetto dedicato alla didattica della matematica in un’ottica inclusiva. Abbiamo coinvolto negli ultimi anni più di 12.000 insegnanti di scuola primaria.

A breve cosa vi aspetta?

“Il prossimo 11 ottobre avremo la seconda edizione de “Il gioco del disability manager”. Si tratta di un gioco collaborativo, che riguarda l’inclusione delle persone con disabilità in azienda. Una esperienza di gamification sugli accomodamenti ragionevoli.”.

Accomodamenti ragionevoli? Cioè non fate litigare le persone?

Lei è sempre spiritoso, caro Palmieri…Approfondiremo le modifiche e gli adattamenti necessari in azienda che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, ma garantiscano alle persone con disabilità di vivere nel posto di lavoro in modo libero e come tutti gli altri.

7 ottobre 2019

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