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#8marzo2021 – Mimose e accomodamenti ragionevoli

Donne, disabilità e lavoro nell’anno della pandemia

Parliamo di donne, disabilità e lavoro in questo 8 marzo 2021, dopo un anno di pandemia in cui si è evidenziata ancora di più la fragilità in generale della condizione femminile, in relazione all’occupazione e dove le categorie ancora più deboli come le donne con disabilità hanno visto in molti casi regredire la loro condizione sociale. Questo, come sappiamo, accade accanto a un peggioramento generale della condizione femminile nel mondo del lavoro, che ha visto aumentare di molto i carichi familiari legati alla cura delle persone con disabilità, fragilità, anziani, ammalati e per la necessità di supportare anche i bambini nella didattica a distanza.

L’introduzione dello smart working e degli ammortizzatori sociali, laddove hanno consentito il mantenimento del posto di lavoro, a volte “agilizzando” alcune situazioni, hanno portato, in alcuni casi dei vantaggi, in contesti dove gli ambienti di lavoro non sempre sono adeguati alle necessità delle persone con disabilità o patologie.

Anche l’attività di ASPHI ha intercettato questa tematiche soprattutto in questo ultimo periodo. Due sono i progetti che si sono sviluppati potremmo dire “nonostante e durante” della pandemia.

Sta per essere diffusa la ricerca “Fibromialgia e lavoro: quali accomodamenti ragionevoli?”, nata da un’indagine che ha coinvolto 1.176 persone con fibromialgia, quasi tutte di sesso femminile, con alcune preziose testimonianze di vita vissuta. Insieme a CISL, CFU Comitato Fibromialgici Uniti e Fondazione ISAL- Ricerca sul dolore, ASPHI è stata molto coinvolta in questa iniziativa curando diversi aspetti dell’indagine e, in particolare, il ruolo della tecnologia. La fibromialgia è una patologia ancora poco conosciuta e molto poco riconosciuta in quanto si manifesta soprattutto attraverso il dolore persistente in alcune parti del corpo al punto da essere invalidante e si associa ad altri sintomi che per molto tempo sono stati ricondotti a “malattie immaginarie”. Su questo punto tantissimo c’è ancora da fare, soprattutto nei luoghi di lavoro, e questa pubblicazione, che avrà anche una sua diffusione editoriale da parte di Edizioni Lavoro, è un primo passo per un possibile riconoscimento di questa e di altre considerate “patologie invisibili”.

“Un passo importante per ridare dignità a migliaia di persone- dice Barbara Suzzi, presidente CFU- in maggioranza donne che vengono screditate, ostacolate ed emarginate anche in ambito lavorativo a causa di una malattia non ancora riconosciuta dallo stato italiano (non inserita nei Lea). Non si può cambiare ciò che non si conosce ed è importante informare e sensibilizzare anche il mondo del lavoro per non alimentare una diseguaglianza sociale non più accettabile”

In questo ultimo periodo ASPHI è stata chiamata a contribuire con le sue competenze al progetto I>DEA di AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). L’obiettivo è di lavorare insieme alle ragazze e alle donne con sclerosi multipla per creare strumenti utili a comprendere come la disabilità e la patologia spesso nascondano più profonde discriminazioni di genere e potenziali violenze fisiche, psicologiche ed economiche. Per far questo viene realizzata una rete di donne con sclerosi multipla in tutto il territorio nazionale – la “Rete RED”, appunto – in grado di rispondere in modo autorevole alle richieste delle donne con sclerosi multipla e nello stesso tempo far emergere le loro esperienze.

In particolare ASPHI si occupa di indagare la situazione occupazionale e le problematiche dovute alla pandemia, ascoltando le dirette interessate. Individua “accomodamenti ragionevoli” anche in rapporto con le imprese, fa formazione alle donne RED e agli operatori AISM, cercando di individuare soluzioni organizzative per il miglioramento delle condizioni di lavoro

“La sclerosi multipla è prevalentemente donna”.  Dichiara Marcella Mazzoli direttore Gestione e Sviluppo Territoriale AISM. “e in quanto persone con disabilità spesso queste donne vivono una doppia discriminazione. Situazione che si è aggravata durante la pandemia in modo sensibile e che abbiamo rilevato anche dalle richieste che sono pervenute al Numero Verde AISM, decuplicate in periodo di lockdown. Segnalazioni che denunciano l’aumentata difficoltà di conciliare attività di lavoro e vita privata, soprattutto l’assistenza ai figli. L’incremento dei casi di violenza domestica.  Da qui l’esigenza di fornire alle donne gli strumenti concreti e il supporto psicologico per uscire da situazioni di discriminazione, e peggio, da quelli di violenza che insidiosamente vi si nascondono . Il progetto I>DEA nasce proprio con questo obiettivo ed è per questo che metteremo a disposizione delle donne una serie di strumenti a partire da tutorial che insegnino loro a riconoscere e imparare a leggere alcuni segnali di discriminazione e violenza e la realizzazione di linee guida per le aziende per rispondere alle esigenze della lavoratrice con sclerosi multipla e più in generale con disabilità”

Il progetto è stato finanziato dal Ministero del Lavoro e Affari Sociali. Vi aderiscono la Regione Lazio, Regione Liguria, CISL, Comitato Pari Opportunità Consiglio dell’Ordine Avvocati-Milano, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

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