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Aule digitali e inclusione scolastica: un modello formativo

– 28 maggio 2013 –

Presentazione di un modello di laboratorio, messo a punto per la formazione dei docenti, sul tema “scuola digitale e processo di insegnamento-apprendimento inclusivo”, basato sulla metodologia “imparare facendo” che consenta ai corsisti di potersi immergere in un contesto scolastico che si avvale del cloud computing e delle tecnologie digitali (notebook, tablet, LIM), ma è anche attento all’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES).

Estratto dagli atti di Didamatica 2013. [ISBN 978-88-98091-10-2]

pennino di stilograficaPaola Angelucci, Piero Cecchini
Fondazione ASPHI onlus
pangelucci@asphi.it

1.  Introduzione

La Fondazione ASPHI onlus, ha maturato una competenza pluriennale sulla formazione dei docenti, relativa all’uso delle ICT, per favorire l’attività e la partecipazione scolastica di alunni/studenti con disabilità. Da sempre attenta al tema dell’inclusione, negli anni ha allargato il proprio punto di vista, dalle esigenze del singolo studente con disabilità all’intero contesto aula, alle possibilità per tutti gli alunni. Questo modo di operare è in linea con la direttiva del MIUR del 27 dicembre 2012 sui BES (Bisogni Educativi Speciali). Quest’ultima avvalendosi del modello dell’ICF (International Classification of Functioning) evidenzia che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici, o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” si afferma inoltre che “Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante”

Ciò comporta che anche l’uso delle tecnologie informatiche deve essere a beneficio di tutta la classe e bisogna tener conto dei criteri di accessibilità/fruibilità per consentire una adeguata partecipazione anche di alunni con BES.

A partire da queste considerazioni, molti docenti, ormai entrati in una logica di formazione continua, spesso lamentano una difficoltà ad orientarsi nella scelta degli strumenti tecnologici in continua evoluzione (notebook, tablet, LIM, etc.) e nelle scelte didattiche da adottare di conseguenza. Quale uso delle tecnologie digitali a supporto della didattica e dell’inclusione? Come favorire una migliore interazione nel gruppo classe e tra pari anche in presenza di alunni con BES? Davanti a queste domande, emerge il bisogno di una formazione specifica che fornisca anche esempi e spunti per impostare il lavoro nelle classi.

Per dare risposta a queste domande Asphi ha progettato il modello formativo di seguito illustrato che fa tesoro delle precedenti esperienze di sensibilizzazione che si basano su attività di simulazione “Simulando” (nei panni di una persona con difficoltà davanti al computer) e “aula digitale inclusiva” (nei panni di uno studente con difficoltà in un’aula digitale).

 2.  Imparare con i piedi per terra e la testa tra le nuvole

Questo è il nome che abbiamo scelto per il laboratorio e il riferimento alle “nuvole” richiama il cloud computing e le nuove possibilità offerte dal web per condividere e scambiarsi informazioni in tempo reale.

L’obiettivo è far maturare una consapevolezza nell’uso del digitale in classe a favore di tutti i componenti del gruppo di apprendimento. I corsisti possono sperimentare direttamente su loro stessi le nuove possibilità per la didattica e l’inclusione mettendosi nei panni degli studenti, anche con disabilità, per cui sono previste postazioni hardware e software specifiche.

Si pensa ad una partecipazione molto attiva dei corsisti (nei panni degli alunni) per la costruzione dei contenuti di apprendimento. Naturalmente si potranno sperimentare, anche attraverso l’uso del cloud computing (dropbox, google drive,…) le modalità per favorire e migliorare la comunicazione nel gruppo di apprendimento e si potrà provare come le nuove tecnologie mobili (tablet, smartphone,…), con cui la maggior parte dei ragazzi ha familiarità, possono essere utilizzate per fare ricerche, studiare, scambiarsi informazioni tra compagni o con i docenti. Si sperimenterà una comunicazione multimodale che utilizza diversi codici comunicativi per andare incontro alle necessità di ogni singolo alunno/studente. Ci si soffermerà inoltre sulle possibilità di riorganizzazione degli spazi fisici dell’ambiente di apprendimento in modo che siano il più funzionale possibile ad attività incentrate sull’esplorazione e su un coinvolgimento attivo degli alunni, disabili compresi.

 3.  Dinamica del laboratorio: imparare facendo

Alcuni chiarimenti di base: il conduttore del laboratorio rappresenta il docente; i corsisti vengono messi nei panni degli studenti. Si prevede un PC/NetBook o un tablet ogni due studenti e sono presenti anche postazioni con ausili hardware e software specifici.

Il laboratorio è caratterizzato dalle seguenti fasi:

1) Il conduttore, nei panni del docente, introduce un argomento/lezione avvalendosi del digitale attraverso LIM. La modalità con cui viene condotta la didattica evidenzia sin da subito il ruolo del docente come guida del processo di insegnamento-apprendimento e si sollecita il contributo degli studenti. La LIM diventa il luogo dell’apprendimento condiviso; tutti i componenti del gruppo classe possono partecipare in modo attivo alla costruzione dei principi di base delle nuove informazioni introdotte dall’insegnante. Inoltre la LIM può essere utilizzata dagli studenti e dall’insegnante in modo interscambiabile in diversi momenti del processo formativo.

Le nuove informazioni, organizzate in forma di mappa concettuale digitale, vengono inviate a tutti gli studenti che sono organizzati in isole di apprendimento, ognuna delle quali ospita 4 o 5 persone.

alcuni esempi di tecnologie assistive
Fig. 1 – Esempio di postazione con T.A.

2) Ogni gruppo dovrà sviluppare un argomento assegnato dall’insegnante e dovrà organizzarlo implementando i contenuti di approfondimento all’interno della mappa concettuale ricevuta dal docente.

Le isole di apprendimento sono 4 e la simulazione prevede che in ognuna di queste si rappresenti un alunno con una specifica difficoltà (ipovedente, ipoacusico, con difficoltà motorie, con Disturbi Specifici di Apprendimento) per cui sono previste Tecnologie Assistive (T.A.) per l’uso autonomo dei dispositivi informatici (Vedi Fig.1).

In ogni isola di apprendimento i corsisti dovranno collaborare tra loro, dividersi i compiti, scambiarsi informazioni e materiali attraverso i sistemi cloud, individuare un coordinatore che raccoglierà in modo ordinato e organizzato tutti i contributi del gruppo, condividere un elaborato comune (in forma di mappa concettuale digitale ad esempio) e inviarlo al docente. Questa fase del percorso rappresenta il cuore del laboratorio perché ci si soffermerà sulle possibilità offerte dalle ICT per favorire l’interazione tra i compagni soprattutto in presenza di situazioni con BES.

3) il docente, attraverso il cloud, riceve gli elaborati di tutte le isole di apprendimento che potranno essere presentati sulla LIM dagli studenti stessi agli altri gruppi. Questi elaborati potranno essere riorganizzati e ridiscussi grazie al contributo del docente e degli altri gruppi

4) Il docente potrà essere di supporto a tutti su più piani: disciplinare, metodologico e relazionale, …

 4.  Inclusione e ruolo dei compagni

I corsisti potranno vivere in prima persona le fasi di questo percorso. Soprattutto potranno sperimentare direttamente la dinamica di lavoro inclusivo e il ruolo delle tecnologie nelle isole di apprendimento. Sarà possibile anche avviare una riflessione meta cognitiva su come poter potenziare le possibilità di interazione e comunicazione tra i compagni oltre all’importanza della corresponsabilità, dell’intero gruppo, nei processi di inclusione. Emergerà, quindi, che non è più solo il docente a dover avere alcune attenzioni specifiche, ma viene responsabilizzato l’intero gruppo classe sui temi di accessibilità, di inclusione, di partecipazione scolastica. Questo consente anche un importante richiamo ai temi dell’ICF secondo i cui principi la disabilità può riguardare ognuno di noi ogni qualvolta operiamo in contesti senza facilitatori e che limitano o ostacolano le nostre performance individuali (uno stesso fattore può essere facilitante per una persona e ostacolo per un’altra).

 5.  Conclusioni

insegnanti sperimentano durante Handimatica 2012
Fig. 2 – Un esempio di attività nel corso di HANDImatica 2012

“Imparare con i piedi per terra e la testa tra le nuvole”, vuole essere un contributo verso la formazione dei docenti in servizio e dei futuri docenti proprio su questi temi: didattica inclusiva, uso di più codici comunicativi in classe, nuovi spazi per l’apprendimento.

E’ stato realizzato per la prima volta come laboratorio permanente nell’ambito della manifestazione nazionale Handimatica 2012 (Vedi Fig.2)

Questa modalità di lavoro è entrato a fare parte dei percorsi formativi della Fondazione ASPHI e della metodologia di lavoro da mettere in pratica nei prossimi progetti di ricerca in azione.

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