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Tecnologie rivolte agli anziani

– gennaio 2013 –

La Fondazione ASPHI ha avviato in alcune strutture protette per anziani un progetto per favorire partecipazione sociale, comunicazione, stimolazione, riabilitazione, potenziamento e mantenimento delle autonomie, con l’uso di tecnologie informatiche e assistive per persone non autosufficienti. Il percorso è stato anche presentato nel novembre scorso alla nona edizione di Handimatica.

ASPHI segue da tempo progetti e sperimentazioni di nuove tecnologie in contesti di vita e di cura come centri di riabilitazione, centri diurni, centri residenziali e domiciliari.

Da un lato si è potuto così riscontrare come ci sia un crescente interesse da parte di operatori e caregiver (forse anche delle persone con non autosufficienza) nei confronti delle potenzialità insite nelle strumentazioni e soluzioni innovative, mentre dall’altro c’è la mancanza di competenze specifiche ed una scarsa diffusione degli strumenti all’interno dei servizi sanitari e assistenziali.

I primi risultati documentati dimostrano che per esempio l’introduzione di strumenti touchscreen associati a tecnologie assistive (tastiere facilitate, sistemi di ingrandimento e amplificazione, soluzioni di accesso ergonomico al pc), possono offrire anche a persone anziane con scarsa o nulla alfabetizzazione informatica nuove opportunità, in parte inesplorate, non solo di stimolazione cognitiva, ma anche di condivisione, partecipazione e conquista di autonomie nelle attività quotidiane.

L’impegno di Asphi è quello di investire sulla strada dell’informazione e della formazione (all’uso delle tecnologie come strumento integrativo) di operatori e caregiver, nell’ottica dell’abbattimento delle difficoltà di apprendimento tecnologico e delle resistenze culturali.

Già utilizzati dalla Fondazione ASPHI in progetti nelle scuole e per il mondo della disabilità, tablet, software e computer touchscreen entrano così per la prima volta nella rete delle strutture per anziani non autosufficienti con deficit cognitivi, motori e sensoriali.

Computer touch, tablet, smartphone, e-book non sono solo dei “must” attraverso cui comunicare, socializzare, informarsi e lavorare. Tecnologie “mobile” e touchscreen possono anche migliorare la qualità della vita delle persone anziane.

Per approfondire ed esplorare questo importante aspetto, abbiamo avviato una collaborazione con il Prof. Rabih Chattat Docente dell’Università di Bologna Facoltà di Psicologia, di seguito riportiamo un breve estratto di un suo intervento formativo rivolto a operatori:

“Con l’avanzare dell’età diventiamo tutti più distraibili, perdiamo cioè l’abilità di focalizzare l’attenzione e di inibire gli stimoli distraenti. Allo stesso modo, perdiamo l’integrità di alcuni canali sensoriali. In questo senso, la tecnologia informatica permette un uso appropriato degli stimoli a seconda delle capacità della persona, di trovare il giusto equilibrio tra complessità, apprendimento e facilitazione.

Inoltre la tecnologia informatica non permette solo di compensare, amplificare e integrare gli stimoli e le abilità delle persone anziane ma anche di comprenderne il funzionamento, di scoprire e quantificare, attraverso la possibilità di registrazione della prestazione, l’efficacia della stimolazione cognitiva o di una pratica riabilitativa.”


anziano con tabletQuesta sperimentazione ha coinvolto per diversi mesi gli operatori e gli ospiti di Villa Serena e di Villa Ranuzzi a Bologna, più recentemente il progetto si è esteso anche all’Asp Galuppi-Ramponi di Pieve di Cento e all’Asp di Mirandola, nel modenese.

In particolare a partire dai primi di novembre 2012, una quindicina di operatori delle quattro strutture sono stati coinvolti in percorsi di formazione per l’acquisizione di competenze utilizzabili nelle attività con gli utenti (un centinaio quelli che saranno per primi interessati, molti gli ultraottantenni) prevedendo l’utilizzo di tablet e di pc, ma anche di ausili per la comunicazione e l’autonomia come tastiere facilitate, sistemi di lettura e di video-ingrandimento e di amplificazione.

La responsabile del progetto, Cristina Manfredini afferma –. Queste tecnologie se presentate gradualmente non spaventano, molti hanno iniziato a utilizzarle facilmente per eseguire attività di stimolazione come brain games, memory, costruzioni di puzzle, abbinamento di immagini e parole, spesso con ricadute positive sull’umore”.

Qualcuno degli ospiti si è anche spinto più in là e ha chiesto tastiere (normali o facilitate con i tasti a contrasto e ingranditi) per poter scrivere diari, oppure software con sintesi vocale per leggere e comunicare. I più disinvolti sono arrivati a navigare su internet, inviare e-mail, cercare immagini, esplorare con Google Earth e guardare video su Youtube.

“Grazie alla stimolazione multimediale si sono avviati percorsi di reminiscenza e di elaborazione che sono sfociati in momenti di forte socializzazione, con anziani in genere solitari e taciturni che commentavano e condividevano i loro ricordi – conclude Cristina Manfredini dell’Asphi –. È stato un processo inaspettato anche per gli stessi operatori”.

Per informazioni:
Cristina Manfredini – Fondazione Asphi, e-mail cmanfredini@asphi.it.

 

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